giovedì 8 settembre 2011

Assassini: dai libri di Storia ai videogiochi




Qualche giorno fa, la Ubisoft ha rilasciato un video sull’enciclopedia che sarà presente nell’edizione limitata del prossimo capitolo della saga, Assassin’s Creed Revelations.
Redigere un’enciclopedia è cosa buona e giusta, anche perché, oltre ai profitti, dietro questa iniziativa c’è l’intenzione da parte della Ubisoft di garantire (vista l’imponenza dell’universo narrativo venutosi a creare) una fonte di informazioni chiara, completa e ufficiale.
In effetti un pregio/vantaggio di giochi come Assassin’s Creed è quello di attingere a piene mani dalla Storia: è un pregio, perché avvicina chi è interessato ad argomenti affascinanti come gli ordini cavallereschi e alla suggestiva epoca del Medioevo, è un vantaggio, perché conferisce al racconto una nota di verisimilitudine.
Ma quanto c’è di autentico dietro alla saga Ubisoft? Vedremo qui di seguito quanto il team di Montreal sia stato attento nell’osservare e riproporre dettagli interessanti di quelli che furono i primi terroristi della storia.

Il materiale storico giunto ai nostri giorni sugli Assassini è frammentario e permette a malapena di ricostruire la facciata di quello che realmente era questo ordine di eccezionali guerrieri.
Per uno come il sottoscritto, già vicino a queste tematiche e amante di queste epoche colme di epica e di personaggi carismatici, Assassin’s Creed è stato un’eccezionale sorpresa.
Molti documenti mostrano somiglianze tra loro, alcuni eventi sono alterati dal passaggio dell’informazione, tramandatasi nel tempo, manipolata sia in termini di grandezza che di contenuti, ho cercato di mantenermi il più fedele possibile, selezionando molti dati attraverso la loro ripetizione, supponendo che se in entrambi i documenti presi in esame il racconto è identico, la notizia si è consolidata maggiormente.
Il pezzo che segue è una sintesi della documentazione che ho raccolto nel tempo e che ho riorganizzato per offrirvi, nel mio piccolo, una fonte chiara e completa, per quanto mi è possibile.


Cronache
Una delle testimonianze più veritiere ci arriva tramite un  racconto del 1175 di un inviato di Federico I Barbarossa. 

"Sappiate che sulle montagne ai confini di Damasco, Antiochia ed Aleppo, c’è una razza di saraceni che nel loro idioma sono chiamati "Heyssessini" (...). Questa stirpe di uomini vive senza legge: in contrasto con la legge dei saraceni si cibano di carne di maiale ed inoltre si uniscono senza distinzione con tutte le donne, comprese le proprie madri e sorelle. Vivono sulle montagne e sono pressoché invincibili perché possono rifugiarsi in castelli ben fortificati. (...) Tra di loro vi è un Signore che desta il più grande timore sia in tutti i principi saraceni, tanto vicini quanto lontani, che nei principi cristiani dei paesi confinanti. E ciò perché li fa uccidere in una maniera straordinaria che è la seguente : sulle montagne possiede molti splendidi palazzi, circondati da mura tanto alte che nessuno vi può entrare se non attraverso una piccola porta sempre ben custodita".
Antica Palestina - Clicca per zoomare
"In questi palazzi vi sono molti figli dei suoi contadini che vi vengono allevati sin dalla più tenera età. Qui apprendono molte lingue come il latino, il greco, il provenzale, il saraceno e tante altre ancora. A questi giovani, dalla prima infanzia fino alla maturità, i maestri insegnano che devono obbedire a tutti i desideri ed ordini del Signore della loro terra e che, se lo faranno, lui, che comanda su tutti gli dei esistenti, donerà loro le gioie del paradiso. Viene loro inoltre insegnato che, se si opporranno anche minimamente al suo volere, la salvezza sarà loro negata. Sappiate che, dal momento in cui da bambini sono portati all’interno dei palazzi, non vedono nessuno se non i loro insegnanti e maestri, e non ricevono nessun ordine fino a quando non sono convocati alla presenza del loro Principe per uccidere qualcuno. Quando sono di fronte al Principe, egli chiede se desiderino obbedire ai suoi ordini così che egli possa concedere loro il paradiso. Dopo di che, così come è stato insegnato loro e senza obiezione e dubbio essi si gettano ai suoi piedi e rispondono con fervore che lo serviranno in tutto quello che chiederà loro. Quindi il signore dà ad ognuno un pugnale dorato e li manda ad uccidere quel principe che egli ha indicato".


Etimologia del termine Assassino
L’origine del termine è tutt’ora materia di dibattito, a oggi sono state individuate quattro possibili ipotesi.

Ipotesi 1: La prima e più comune è quella che vede l’origine nell’utilizzo da parte degli adepti di droghe per affrontare le missioni senza paura inibendo i sensi. Assassino deriverebbe dunque dall’arabo, "mangiatori di hashish" ḥaššāšīn o ḥašāšīn (حَشَّاشِين o حشاشين).Questa ipotesi poggia su racconti inficiati dalla propaganda demonizzante dei nemici degli Assassini, che tentarono in tutti i modi di screditare la setta. Vedremo però più avanti cosa c’è di vero alla base di questo utilizzo delle droghe.

Ipotetis 2: un'etimologia diversa e certamente meno evocatrice, farebbe derivare la parola da asās, che significa "basi, fondamenti". In riferimento allo zelo che imperava tra gli adepti della setta.

Ipotesi 3: Un’altra ancora vedrebbe l’origine del termine dalla parola araba assas che significa “guardiano”.

Ipotesi 4: Secondo quest’ultima invece l’origine del termine è da attribuire alla storpiatura del nome del suo fondatore Hasan Ibn Sabbah.


La Setta degli Assassini di Hasan
Gli Assassini furono una setta araba sciita (radicale), di stampo ismaelita, attiva in Persia dal XI secolo. Osservanti un ascetismo di ispirazione panteistica, ciecamente ubbidienti agli ordini del Gran Maestro e sottoposti a una rigida gerarchia, furono artefici di attentati e violenze contro musulmani ortodossi e cristiani.

La setta nacque per opera del carismatico Ḥasan ibn al-Ṣabbāḥ (circa 1034 - 1124).

Il nome è riportato in diverse grafie e se il più corretto dovrebbe essere il persiano Ḥasan-i Ṣabbāḥ ( بن صباح o حسن صباح ), la storiografia islamica (per lo più di lingua araba) riporta il nome, appunto, di al-Ḥasan ibn al-Ṣabbāh.

Hasan Ibn Sabbah
Ḥasan nacque a Qom, in Persia, da una famiglia sciita, ma crebbe a Rey (arabo Rayy), presso Teheran.
A 17 anni incontrò per la prima volta un missionario ( dā'ī ) ismailita che, malgrado tutti i suoi sforzi, non riuscì a convertirlo all'Ismailismo. Più tardi si ammalò gravemente e, sconvolto all'idea di morire senza conoscere la Verità, prese contatto con un altro ismailita e finì per convertirsi a 35 anni, verso il 1071.
Fu presto notato da un dignitario ismailita di passaggio a Rey, che lo inviò qualche anno dopo al Cairo, in Egitto. Probabilmente a seguito di problemi politici, dovette tornare in Persia nel 1080. Là passò diversi anni molti attivi a percorrere il paese per diffondere la fede ismailita, avendo ai propri ordini un gruppo di uomini che divenne sempre più numeroso.
Cominciò allora ad essere considerato pericoloso dalle autorità sunnite e fu ricercato attivamente dal vizir selgiuchide di Malik Shāh, Niẓām al-Mulk.
Nel 1090, superati i 50 anni, compì la sua prima grande impresa, la presa incruenta della fortezza di Alamūt (Nido dell’Aquila), nel nord della Persia, fra Teheran e il mar Caspio. A partire da qui estese il dominio degli ismailiti nella regione e la loro influenza nel resto della Persia e in Siria.
Nel 1094, alla morte del Imām fatimida del Cairo, al-Mustanṣir bi-llāh, si aprì una guerra tra i due figli Nizār e Mustaʿlī per la successione. Ḥasan si schierò con Nizār, ma i partigiani di quest'ultimo furono sconfitti in Egitto: fu la rottura tra gli ismailiti di Alamūt e tutti gli altri (da qui il termine Nizariti). Sotto il severo governo di Ḥasan comunque i Nizariti prosperarono.
Sotto il suo regno si svilupparono gli assassinii politici e la prima vittima importante fu il vizir Nizām al-Mulk.
Nel 1103 ebbe esecuzione la loro prima impresa in Siria con l'omicidio dell'emiro di Homs, Janah ed-Daula. Nel 1106 trucidarono l'emiro di Apamea, Khalaf ibn Mulaib, ma soltanto i franchi di Antiochia ne potevano trarre giovamento da questa morte. In seguito anche il capo dell'esercito ad Aleppo cadde sotto il pugnale degli Assassini.
Gli esecutori erano un gruppo di iniziati che si vuole agissero sotto l'effetto di droghe, anche se gli studi più recenti sono tutt'altro d'accordo con questa versione di cui parleremo più avanti.
La fama della setta si sparse immediatamente per il Medio Oriente, gli omicidi accrebbero il terrore e il rispetto, che presto minacciarono interessi in Terra Santa di cristiani e non.
I tentativi di eliminare la setta furono molteplici e vani.
Il sultano Malishak organizzò una spedizione con l'intento di radere al suolo Alamut, ma rinunciò all'impresa quando trovò un pugnale Assassino conficcato nel pressi del suo letto.
Nessuno, per quanto ben protetto e ritirato, appariva immune dai loro colpi, dato che determinazione e capacità di dissimulazione permettevano ai sicari di avvicinare qualsiasi obiettivo. L’atmosfera instaurata da questi ripetuti atti di violenza è ben descritta da un cronista arabo che afferma: "Nessun comandante o funzionario osava lasciare la propria casa senza scorta. Sotto i vestiti portavano corazze ed il visir indossava una cotta. Per il timore di essere assaliti gli alti funzionari del sultano chiesero il permesso di poter portare le armi in sua presenza ed egli glielo accordò".
Ḥasan Ibn Ṣabbāḥ morì di malattia ad Alamūt nel 1124, aveva novant'anni. Gli successe il suo luogotenente Bozorg-ummīd (Grande speranza) e poi il figlio di questi, Muḥammad I, nel 1138. La lotta contro i selgiuchidi proseguì in modo intermittente, con altri assassinî, tra cui quello del califfo abbaside al-Mustarshid nel 1135, e poco dopo di suo figlio al-Rāshid nel 1136.
Nel 1162 Hasan II successe a suo padre Muhammad I e sconvolse totalmente le idee religiose dei Nizariti. Durante il Ramadan del 1164 annunciò, nel nome dell'Imam nascosto, la Resurrezione (qiyāma) ed abrogò la Legge islamica, particolarmente per il divieto di bere vino e per l'obbligo del digiuno (a questi eventi potrebbe riferirsi la testimonianza dell’inviato di Barbarossa). Il suo regno fu breve: fu assassinato 18 mesi dopo da un oppositore della nuova dottrina.
Suo figlio Muhammad II consolidò la nuova fede, giungendo a proclamarsi discendente diretto di Nizār, cosa che avrebbe fatto di lui un Imām.
Dopo la morte di suo padre nel 1210, Hasan III pose fine a questa eresia e restaurò la Sharīʿa. Tuttavia, a differenza dell'epoca di suo padre, i Nizariti si conformarono al rito sunnita, abbandonando lo sciismo.
Ma a questo punto la Setta si era già divisa in due gruppi.


Gli Assassini di Masyaf
Alcune versioni sostengono che la scissione non fu brusca, ma che fosse addirittura un’iniziativa promossa dal Gran Maestro di Alamut con l’intento di attirare adepti dalla Siria.
Tale versione non trova conferma se teniamo conto del radicalizzarsi dei dogmi della setta siriana, segno inconfondibile di un distacco netto da Alamut. Non ci sono testimonianze di conflitti tra le due sette, probabilmente mantennero un rapporto di reciproca neutralità visti i loro fini comuni.
Quel che sappiamo è che dopo l’uccisione di Hasan II all’interno della setta vi fu una scissione che portò alla formazione di due gruppi, gli Assassini Persiani e quelli Siriani, quest'ultimi parteciparono attivamente ai conflitti in Terra Santa, nella terza Crociata.
Gli Assassini siriani si insediarono a Masyaf, sotto la guida di Sinan ibn Salman ibn Muhammad, noto anche come Rashid ad-Din Sinan, uomo geniale e allo stesso tempo infido, ebbe a confronto due avversari altrettanto scaltri: i Crociati e Saladino.
Si racconta che anche il Saladino fu terrorizzato dalla potenza politica e dalla facilità nell'uccidere chiunque, come è testimoniato in queste parole tramandate da un cronista mussulmano: 

Rashid ad-Din Sinan
"Mio fratello (...) mi narrò che Sinan inviò un messaggero al Saladino (...), ordinandogli di consegnare un messaggio in privato. Il Saladino lo fece perquisire e, quando fu sicuro che non costituisse un pericolo, congedò i presenti facendo restare solo poche persone e gli chiese di dargli il messaggio. Ma egli disse : "Il mio maestro mi ha ordinato di non consegnartelo (se non in privato)". Il Saladino allora allontanò tutti i congregati tranne due mamelucchi, e disse : "Consegnami il tuo messaggio", ed egli replicò :"Mi è stato ordinato di dartelo solo in privato", e il Saladino disse :"Questi due non mi lasceranno. Se vuoi, dammi il tuo messaggio, altrimenti vattene". Egli disse :"Perché non hai allontanato questi due come hai allontanato gli altri ?" Il Saladino rispose : "Li considero come se fossero i miei figli, io e loro siamo una cosa sola." Allora il messaggero si rivolse ai due mamelucchi e disse: "Se vi ordinassi nel nome del mio signore di uccidere questo sultano, voi lo fareste?" Essi risposero di sì e sfoderarono le loro spade, dicendo: "Ordina ciò che desideri". Il sultano Saladino (...) era ammutolito, e il messaggero se ne andò, portando i due con sé." . Dopo questo episodio il Saladino concluse frettolosamente una pace con gli Assassini., dopo due tentativi di omicidio verso il Saladino e dopo che lui stesso per ripicca mise a sacco la Siria. Però alcuni dicono che la pacificazione avvenne per una serie di “favori”, omicidi commissionati dallo stesso Saladino nei confronti dei capi cristiani. 
Nel 1192 la setta compie uno dei suoi atti più eclatanti uccidendo Corrado di Monferrato, re di Gerusalemme, grande antagonista di Saladino, che gli spianò la strada verso Gerusalemme. Dopo la caduta della Città Santa in mano di Saladino, il principe italiano, appena arrivato in Palestina, aveva saputo organizzare eroicamente la difesa di Tiro, ottenendo in seguito anche la corona del regno. Una sera, mentre faceva ritorno al palazzo reale, venne avvicinato da due uomini e, mentre uno fingeva di consegnargli una lettera, il secondo lo pugnalò. I sicari erano conosciuti a corte ed avevano precedentemente finto di convertirsi al Cristianesimo. Immediatamente catturati, essi affermarono di aver agito su commissione di Riccardo I Cuor di Leone, re d’Inghilterra ed in quel momento in Terra Santa come crociato. In effetti tra Corrado ed il Plantageneto c’erano stati molti e gravi dissapori circa la conduzione della crociata, tuttavia pare che il Vecchio della Montagna agisse in questo caso per eliminare un pericoloso nemico, riuscendo inoltre a seminare discordia nel campo cristiano. 

L’uccisione di Corrado fu in realtà l’ultima mossa di Sinan: di lì a poco il terribile Vecchio moriva, ma la sua eredità non sarebbe andata perduta. Gli omicidi infatti continuarono e furono soprattutto cristiani a cadere. Raimondo, figlio di Boemondo IV di Antiochia, fu assalito in una chiesa di Tortosa ed il cronista Joinville racconta addirittura che emissari della setta chiesero a Luigi IX il Santo, re di Francia e due volte crociato, un tributo come già pagavano "l’imperatore di Germania, il re d’Ungheria, il sultano di Babilonia ed altri, perché sanno bene che possono vivere solo nella misura in cui egli (il loro capo) lo vuole".


Altair il Priore
La Setta degli Assassini era strutturata con una gerarchizzazione molto rigida che preveda ruoli via via più vicini a Gran Maestro e alle sue conoscenze.
Appena sotto di questo, in ordine di importanza c’ erano gli hujjat che comandavano i vari distretti, quindi i Dai, ed infine i fidai, che rappresentavano la manovalanza della setta. Costoro erano devoti fino alla morte al maestro ed addestrati al martirio.
Rappresentazione verosimile di un Assassino
Solo i più alti gradi della setta conoscevano tutti i dettami della dottrina e le conoscenze mistiche. Bisognava superare sette prove, segno di sette passaggi spirituali prima di accedere agli altri gradi della conoscenza.
Gli altri dovevano solo obbedire ciecamente agli ordini senza preoccuparsi della morte. Diventare un fidai era comunque difficile, bisognava addestrarsi in tutte le arti del sotterfugio e della fuga, nonché nel combattimento ravvicinato. Il Fidai doveva temprare anima e corpo per muoversi silenziosamente, attaccare senza rimpianti. Inutile dire che i giovanissimi adepti della setta venivano istruiti su tutte le tecniche dell'assassinio. Nella loro formazione era inoltre compresa una buona conoscenza delle lingue straniere, e "degli usi e le abitudini dei mercanti, degli scribi e dei militari".
Il rango di Priore di Altair è una reinterpretazione dei ruoli fortemente gerarchizzati della setta che vede il rango di Priore come diretto sottoposto del Gran Maestro.


Il Credo della setta: Nulla è reale tutto è lecito
Dietro agli assassinii mirati, la setta racchiudeva in sé un bagaglio di pratiche mistiche ed esoteriche che venivano mostrate agli adepti via via che questi salivano lungo la gerarchia.
Il credo degli assassini era molto sincretico, cioè prendeva elementi da altre religioni e li univa insieme. Di base la loro fede era islamica di culto ismaelita, con influssi zoroastriani, ed ebraici.
Gli israeliti erano e sono Sciiti estremi. Come tutti gli sciiti considerano che ad un certo punto nella storia dell’ islam si è persa il vero imam, o guida spirituale. Alcune di queste figure di imam, come Maometto sono essoteriche, cioè hanno parlato , altre, come Ali, sono esoteriche, quindi il significato del loro discorso va colto in modo diverso. Dio ha creato il mondo, l’ anima universale ed il suo intelletto universale. L’ intelletto è incarnato in Sette Profeti: Adamo , Noè, Abramo , Mose , Gesù , Maometto. Il Settimo non si è ancora manifestato e viene definito Qa'im (in arabo colui che sorge). Il suo avvento porterà una nuova religione, cosi come fecero Adamo, Gesu, Maometto, che riunirà tutte le altre. Gli assassini avvicinavano la figura del Settimo profeta al Vecchio della montagna.
Avevano una visione esoterica dei testi sacri, cercavano principi esoterici sia nella bibbia, sia nel Corano, erano sicuri che esistessero dei codici esoterici e magici che si sarebbero svelati solo a chi avesse le  chiavi, lo stesso principio che troviamo dietro la cabala.
Le sette prove che il fidai doveva superare altro non sono che il passaggio simbolico attraverso le dottrine misteriche, segno di sette passaggi spirituali prima di accedere agli altri gradi della conoscenza.
Di certo gli assassini avevano un grande bagaglio mistico ed esoterico. L’ uso incredibile dei simboli, uniti al mistero che loro stessi alimentavano sul loro ordine li aveva resi famosi in tutto il medio oriente.
L'ultimo passo del credo “Hasan” era quello di arrivare a comprendere che il bene e il male non esistevano in sé, ma in entità astratte non meglio identificate e definite. Si finisce in Paradiso o all'Inferno non in base alle proprie azioni compiute nella vita, come nella religione cristiana, ma in base al proprio Destino. Per potenziare il proprio potere religioso, Hasan estremizzò alcuni Shura Maomettani e applicò rigidamente questi principi che arrivano a noi in Assassin’s Creed attraverso la famosa frase Niente reale, tutto è lecito. Un chiaro rimando al culto della setta.

Il Credo della setta: Non nuocere ai deboli
Anche questo comandamento ha un fondamento storico. Hasan era noto nel mondo musulmano per essere un filantropo. Nella Persia medievale il capo degli Hashishin era popolare grazie alle scuole da lui fondate per dare una istruzione coranica ai figli dei poveri, e per gli aiuti finanziari che elargiva a molti confratelli in difficolta', vedove ed orfani. La loro generosita', nelle narrazioni occidentali, si tinge di ipocrisia e viene avanzato il sospetto il vero fine di queste azioni caritatevoli sia quello di accrescere la popolarita' dei leader fondamentalisti e di guadagnare attraverso una abile propaganda nuovi adepti alle loro organizzazioni. 



Usi e Costumi
Vediamo ora come appariva un assassino, Ubisoft ha fatto un ottimo lavoro nel dare forma ad Altair, generando un mix che raccoglie in se molte delle caratteristiche peculiari di questi temibili guerrieri.


Concept Art preliminare di un Assassino, con indosso un Burnus

I) L’Occhia dell’Aquila: Questo potere, rimanda al lato più controverso della Setta fatto di dicerie, ma anche di riti mistici. Come scritto tra le ipotesi etimologiche, le cronache nemiche disegnavano gli assassini come drogati assuefatti che utilizzavano l’hashish per affrontare le missioni senza paura inibendo i sensi. Quest’immagine dell’assassino, non trova però spazio nella realtà del tempo e del luogo. Hasan era un musulmano austero che certamente non avrebbe permesso l’uso di sostanze stupefacenti in sua presenza ne, tantomeno, durante una missione. Il suo zelo è dimostrato anche da alcuni racconti curiosi che vedono il Gran Maestro degli Assassini mandare a morte due dei suoi figli uno dei quali per essersi ubriacato.
L’hashish e l’oppio non erano usati (solo?) per scopi bellici. Venivano usati soprattutto a scopi  religiosi, durante cerimonie nelle quali si cercava la verità divina o i sensi nascosti della vita attraverso l’ estasi. Durante queste cerimonie essi affermavano di cogliere il potere dei testi sacri, e di poter contattare i djinn.
L'hashish era infatti la chiave di volta mistica e della pratica spirituale nel sufismo e dei dervisci, usata per sopportare le lunghissime sedute di meditazione e per sperimentare, nell'alterazione delle facoltà mentali, il kif, la felicità e il riscatto eterno attesi dal credente.
Gli hashishin venivano istruiti tanto in dottrine esoteriche che essoteriche. Alcune testimonianze parlano di una adesione di Hasan al sufismo. Si può credere dunque che gli assassini avessero mutuato dai sufi delle tecniche di allargamento della coscienza.
Si potrebbe quindi dire che l’Occhio dell’Aquila sia una reinterpretazione di queste tecniche, di questa condizione trascendentale che permette di vedere oltre la realtà materiale.

II, III) I colori del credo: Dal punto di vista meramente estetico, Altair si avvicina sorprendentemente a quello che poteva essere un vero Assassino siriano: vesti umili e niente armatura rispondevano a un dogma preciso, quello di presentarsi alla morte spogli di ogni timore, che si completava con la forte carica simbolica dei colori che la setta usava come segno distintivo, il bianco, simbolo di purezza che richiamava la nobiltà della loro causa e il rosso, simbolo di martirio e di coraggio, a dimostrazione della loro fermezza nel portarla avanti.

Pugnale Assassino
IV) La lama e il rito del sacrificio: Come avrete notato, in tutti i capitoli di AC, i bersagli principali dell’Assassino vengono uccisi da una pugnalata inferta con la lama celata. Questo letale veicolo di morte dai curiosi meccanismi, si rifà a un altro dogma che si riflette in parte anche nelle pagine del Codice di Altair. Storicamente nelle azioni della setta non mancava un certo carattere di ritualità, dato che tutte le loro vittime perirono trafitte da coltelli, mentre non fu mai fatto uso di veleni o di armi a distanza. L’omicidio si connotava quindi anche come un atto sacrificale. Antichi culti di morte trovavano quindi nuova vita all’interno dell’Islam e l’omicidio diventava non solo atto dovuto di devozione, ma un’azione sacrale, capace di santificare, di martirizzare, chi se ne macchiava le mani.  

V) Il Volo della Fede:  Anche la famosa tecnica evasiva si rifà a un evento giunto a noi tramite alcuni documenti di cronaca del tempo, di cui però non si può testare l’effettiva veridicità. Tuttavia ha avuto un’eco così forte fino a nostri giorni da comparire anche sul titolo Ubisoft. La cronaca parla di un ambasciatore occidentale, il conte Enrico di Champagne, che deciso ad annientare la setta 
Il volo della fede di Masyaf in Assassin's Creed
marciò verso Alamut con lo scopo di cingere d’assedio la fortezza e costringere gli Assassini alla resa.  L’assedio prolungato era una strategia di guerra molto utilizzata in antichità, perché permetteva di volgere contro il nemico l’impenetrabilità della sua base, bloccandogli le vie per ottenere cibo e rifornimenti fino a piegarlo per sfinimento, fino a farlo morire di fame. Si dice che il conte giunto ai piedi della roccaforte mise a scegliere il Gran Maestro tra una resa immediata o una lenta agonia, il Vecchio della Montagna rispose che i suoi uomini non temevano la morte e glielo dimostrò invitando alcuni dei suoi adepti a gettarsi nel vuoto come atto di fede. Questi senza esitazione si lanciarono. L’ambasciatore sconvolto da quella visione ripiegò all’istante tornando al suo accampamento. In Assassin’s Creed questa scena è abilmente riproposta nel momento in cui Robert de Sable irrompe a Masyaf dopo i primi minuti di gioco che vedono Altair e Malik alle prese coi templari sotto il Tempio di Salomone.




Il Nido dell’Aquila 
Il castello di Masyaf in Siria
La fortezza di Masyaf in Assassin’s Creed sembra rispecchiare di più le architetture di Alamut, il Nido dell’Aquila, che di quelle del castello di Masyaf in Siria. Alamut, l’invincibile fortezza conquistata da Hasan da cui poi la setta ha iniziato a operare, era una fortezza arroccata nel cuore della catena dell'Elburz, tra Teheran e il Mar Caspio a 1800 metri sul mare, descritta come impenetrabile poiché l’accesso a questa era solo uno, angusto e sempre protetto. Si dice contenesse un’incredibile biblioteca redatta a mano e che dietro la fortezza fosse stato costruito un giardino che riproduceva fedelmente il paradiso musulmano, descritto nei testi sacri come pieno di fanciulle e fontane da cui sgorgavano rispettivamente, acqua, latte, miele e vino. Alcune cronache demonizzanti, di cui abbiamo un esempio nel Milione di Marco Polo che vedremo più avanti, dicono che in questo giardino il Vecchio della Montagna faceva portare i nuovi adepti mentre erano sotto effetto di droghe allucinogene, in modo da indurli a pensare di essere stati in paradiso e assicurarsi così la loro totale fedeltà.
Il castello di Masyaf in Assassin's Creed


Il Vecchio della Montagna
Le cronache sugli Assassini giungono a noi fortemente intrecciate tanto che in alcuni punti è difficile distinguerne i confini. Uno di questi è la figura del capo degli Assassini.
La setta era retta da un grande Maestro, chiamato Shaykh al Jabal, cioè “capo della montagna”, latinizzato in seguito dagli occidentali in Vetulus de Montanis “ Il vecchio della montagna”, che risiedeva ad Alamūt.
Ma l’appellativo di “Veglio” venne attribuito anche al capo della falange siriana.
Alamūt
In Assassin’s Creed, Al Mualim risponde a questo inestricabile intreccio di tratti caratteristici, incorporando nella sua personalità i vari particolari di entrambi.
Il Gran Maestro era considerato un Mahdi, rappresentante di Maometto e dio sulla terra.
Si dice che alla sua morte venisse sostituito in segreto, per conferirgli un velo di immortalità.
Le vite degli adepti appartenevano al Vecchio della montagna al quale giuravano totale obbedienza.
Mago, teologo, mistico, ad Hasan vennero attribuiti addirittura poteri alchemici, il principale scopo del “ Vecchio della montagna “ era quello di cogliere la verità, senza diffonderla.  Si racconta che lasciasse raramente la propria casa e che abbia scritto molto.

Al Mualim templare
Il colpo di scena finale di Assassin’s Creed, non risponde solamente a una scelta di copione, ma ha fondamenti storici.
Al Mualim
L’insediamento degli Assassini nel Vicino Oriente comportò infatti i primi contatti con gli occidentali, quei crociati che dopo la prima spedizione in Terrasanta vi avevano fondato quattro stati : la contea di Edessa, il principato di Antiochia, la contea di Tripoli ed il regno di Gerusalemme. Inizialmente, malgrado in alcune occasioni gli Assassini si fossero scontrati con i cristiani, questi ultimi non divennero oggetto della loro vendetta. Anzi, sappiamo che gli Assassini collaborarono con Raimondo di Antiochia ed offrirono addirittura un’alleanza al Amalrico re di Gerusalemme. I maggiori nemici degli Assassini rimanevano infatti i capi musulmani come Norandino, che una sera trovò sul proprio cuscino un pugnale, evidente monito a non infastidire la setta, e successivamente Saladino. Questi fu oggetto di diversi attentati falliti, e, secondo alcune testimonianze, pare che gli Assassini si fossero avvicinati pericolosamente alla sua persona.

Quando nel 1118 Hugues de Payns, il fondatore dell’Ordine Templare, giunse a Gerusalemme, il Signore della Montagna era ormai saldamente attestato nella fortezza di Alamut, ma il suo atteggiamento non era affatto ostile ai Crociati, che considerava anzi dei possibili alleati nella sua lotta per il potere nel mondo islamico, e tale posizione fu conservata anche dai suoi successori.
Hugues de Payns
Particolarmente intensi furono i contatti fra i Cavalieri Templari e gli Assassini, e più volte i Cavalieri del Tempio furono ospiti al Nido dell’Aquila, tanto da far pensare ad un’alleanza segreta fra i due Ordini, sospetto che nel 1236 indusse Papa Gregorio IX a rimproverare i Cavalieri Templari.
Alleanza sospettata anche per i tratti importati di peso dalla setta all’interno dell’ordine:  i Templari infatti attinsero dagli Assassini la struttura gerarchica, battezzando il loro Maestro col suffisso di “Gran”, i colori dei loro abiti, il bianco e il rosso. Inoltre, gli aspetti segreti ed iniziatici della setta del Signore della Montagna non possono non far pensare a quegli aspetti occulti e misteriosi che, pur non essendo mai stati confermati da prove sicure, sono sempre stati attribuiti al Templarismo.

Dal canto suo, il Vecchio della Montagna valutò l’idea di convertirsi al cristianesimo in vista di una vantaggiosa alleanza con il re di Gerusalemme.
Da questo punto in poi i rapporti fra i Cavalieri Templari e gli Assassini si inasprirono: era il 1172, e l’emiro di Aleppo Nur al-Din (Norandino), sfruttando i contrasti dinastici dei Fatimidi (i califfi sciiti che regnarono su Egitto, Siria e Palestina a partire dalla metà del X secolo) riuscì a imporre sul trono d’Egitto Salah al-Din (Saladino).
Nur Al-Din (Norandino)
All’ascesa di Saladino corrispose la nomina di un nuovo Gran Maestro Templare, Eudes (Oddone) di Saint-Amand. Questi inasprì i rapporti tra l’Ordine templare e la Corona di Gerusalemme facendo trucidare un ambasciatore Assassino che aveva appena reso omaggio ad Amalrico.
Sulla Setta inoltre gravava un tributo, impostole , durante la Gran Maestranza di Robert de Craon (Gran Maestro templare prima di Oddone e salito alla guida dopo il fondatore Ugo de Payns), che questa dovette versare regolarmente per evitare gli scontri: i Templari erano infatti uno dei pochi nemici che la setta non riusciva a neutralizzare, gli Assassini erano soliti eliminare i vertici delle forze nemiche al fine di sfaldarne l’organizzazione, cosa che non avveniva coi Templari che sostituivano tranquillamente il Gran Maestro defunto con uno nuovo nominato senza alcun ostacolo rilevante poiché tutti i membri erano all’altezza di coprire tale carica.
Sappiamo comunque che Amalrico soppresse questo tributo, esulando dalla sua autorità e provocando  così la reazione di Eudes. Il re di Gerusalemme in seguito pretese la consegna del responsabile dell’omicidio e, di fronte a un rifiuto (all’Ordine Templare era riconosciuto il diritto di amministrare la giustizia al suo interno), passò alle maniere forti, assaltando la comanderia templare di Sidone. Amalrico morì prematuramente due anni dopo evitando ai Templari una soppressione sicura.

In altri casi si sospettò che i Cavalieri Templari utilizzassero gli Assassini per i loro fini politici, come nel 1187, quando i seguaci del Signore della Montagna assassinarono due dei pretendenti al trono di Gerusalemme.



Marco Polo e Dante Alighieri
Chi ha visitato la Cripta Auditore in Assassin’s Creed II avrà scoperto dei legami della famiglia Polo e di Dante Alighieri con la setta, come ci son finiti nello schieramente filo-assassino della saga?
Storicamente le straordinarie doti combattive e la dedizione degli Adepti della setta entrarono prepotentemente nell’immaginario collettivo.
Un poeta provenzale affermava: "Così come gli Assassini servono senza fallo il loro signore, così io servo Amore con costante lealtà".  Il giovane Dante si dichiarava devoto all’amata "più che Assassino al veglio e a Dio il presto". In poco tempo gli Assassini erano quindi divenuti il paradigma della dedizione più assoluta.

Per quanto riguarda Marco Polo, sappiamo che ne Il Milione raccolse testimonianze del suo viaggio verso il lontano oriente. In questo frangente raccolse anche le cronache di quello che era un ventennio prima, uno degli ordini più temuti. Marco Polo infatti intraprese il suo viaggio assieme al padre Niccolò a diciassette anni nel 1271, nel suo racconto dice di essere stato ospite del Vecchio della Montagna, cosa assai improbabile vista l’invasione Mongola di qualche decennio prima.
Ecco uno stralcio, forse il più famoso, del suo racconto sugli Assassini.

Marco Polo
"Lo Veglio (...) aveva fatto fare tra due montagne in una valle lo più bello giardino e ‘l più grande del mondo ; quivi avea tutti i frutti e li più belli palagi del mondo, tutti dipinti ad oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti: per tale veniva acqua, e per tale vino. Quivi era donzelli e donzelle, gli più belli del mondo e che meglio sapevano cantare e sonare e ballare ; e faceva credere lo Veglio a costoro che quello era lo paradiso. E per ciò il fece, perché Maometto disse che chi andasse in paradiso avrebbe di belle femmine quante ne volesse, e quivi troverebbe fiumi di latte e di miele e di vino; e perciò lo fece simile a quello che avea detto Maometto. E gli saracini di quella contrada credevano veramente che quello fosse il paradiso; e in questo giardino non entrava se no’ colui che voleva fare assassino".
"All’entrata del giardino avea un castello sì forte che non temeva niuno uomo del mondo. Lo Veglio teneva in sua corte tutti giovani di dodici anni, li quali li paressono da diventare prodi uomeni. Quando lo Veglio ne faceva mettere nel giardino, a quattro, a dieci, a venti, egli faceva loro dare bere oppio, e quegli dormivano bene tre dì; e facevagli portare nel giardino, e al tempo gli faceva isvegliare. Quando li giovani si svegliavano, egli si trovavano là entro e vedevano tutte queste cose, veramente si credevano essere in paradiso. E queste donzelle sempre istavano con loro con canti e in grandi sollazzi; donde egli aveano sì quel che voleano, che mai per lo volere si sarebbero partiti da quel giardino. Il Veglio tiene bella corte e ricca, e fa credere a quegli di quella montagna che così sia com’io v’ho detto. E quando ne vuole mandare niuno di quelli giovani in niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono, e fagli recare fuori del giardino in sul suo palagio. Quando coloro si svegliano, trovansi quivi, molto si maravigliano, e sono tristi che si truovano fuori del paradiso. Egli se ne vanno incontamente dinanzi al Veglio, credendo che sia un gran profeta, e inginocchiansi. Egli li domanda: "Onde venite ?" Rispondono: "Dal paradiso" e contagli quello che v’hanno veduto entro, e hanno gran voglia di tornarvi. E quando il Veglio vuole fare uccidere alcuna persona, egli fa torre quello lo quale sia più vigoroso e fagli uccidere cui egli vuole; e coloro lo fanno volentieri, per tornare in paradiso. (...) In questa maniera non campa niuno uomo dinanzi al Veglio della Montagna, a cui egli lo vuole fare; e sì vi dico che più re li fanno tributo per quella paura".

Declino della setta
Hulagu Khan
Come descritto anche nel Codice di Altair, durante il XIII secolo, il potere degli Assassini andava lentamente declinando ed il colpo di grazia le sarebbe stato inferto dall’invasione mongola: [direttamente da wiki] in Iran, dopo il regno dell'instabile e violento Imām Muhammad III fino al 1255, suo figlio Khur-Shāh si trovò a fronteggiare nel 1256 un nemico temibile: l'armata mongola guidata da Hulagu Khan, nipote di Gengis Khan, lanciata alla conquista del Vicino e Medio Oriente.
Nonostante diversi infruttuosi tentativi di assassinio, le truppe di Hulagu assediarono il castello dove Khur-Shāh si era rifugiato ed egli finì per arrendersi, morendo lungo la via per la Mongolia. Malgrado una sporadica resistenza, gli altri castelli caddero o deposero le armi. Alamūt fu raso al suolo e la sua preziosa biblioteca andò distrutta. Molti nizariti furono massacrati, compresa tutta la famiglia dell'Imām, tranne un figlio di Khur-Shāh che si riuscì a portare al sicuro per garantire la successione dell'Imām.
Sul fronte siriano si aggiunse l’assalto del sultano mamelucco d’Egitto Baybars. Alcune fonti affermano che egli si sarebbe valso dei loro servigi. L’attentato ad Edoardo d’Inghilterra e l’uccisione di Filippo di Monfort a Tiro nel 1270 sarebbero state portate a termine su sua commissione. In realtà, in questo periodo non si può affermare con certezza che alcun omicidio fosse compiuto dagli Assassini.

Gli Assassini oggi: Il Mentore
Il Mentore in AC The Fall
[direttamente da Wiki] Poco si sa della storia dei Nizariti nel periodo che seguì le distruzioni e i massacri mongoli. Ciò che restava della comunità si disperse in gruppi isolati e tentò di sopravvivere quasi mimetizzandosi, sotto la costante minaccia di persecuzione da parte dei musulmani ortodossi.
Nel XV secolo il movimento conobbe una certa ripresa, insediandosi ad Anjudan, nell'Iran centrale. Da qui missionari furono inviati in India ed in Asia centrale. I nuovi convertiti indiani presero il nome diKhoja.
Negli anni trenta del XIX secolo Ḥasan ʿAlī Shāh, Imām discendente della lunga successione di Imām ismailiti e nizariti, ricevette il titolo di Aga Khan dallo Scià d'Iran. Costretto a lasciare l'Iran per ragioni politiche, Ḥasan ʿAlī si installò in India. I Khoja dell'India furono così costretti dall'Impero britannico a riconoscerlo come loro Imām, cosa che essi fecero fino all'indipendenza. Attualmente, la comunità ismailita è guidata da Karim Aga Khan IV (nato nel 1936).
Concludiamo col notare la curiosa somiglianza tra l’Aga Khan IV e Il Mentore di Assassin’s Creed The Fall, il fumetto uscito all’inizio dell’anno che narra le vicende del Soggetto 4, Daniel Cross.
Il Mentore come l’Aga Khan è costretto a una sorta di esilio (Il Mentore si nasconde dai Templari a Dubai negli Emirati Arabi, mentre il primo Aga Khan andò in India) e le fattezze sono molto simili.

Aga Khan IV e famiglia

E' evidente come Ubisoft abbia sfruttato queste circostanze come "licenza poetica" per proporci Ezio come Assassino rinascimentale, l'idea cioè che gli Assassini siano giunti fino a noi ha permesso alla software house di sfruttare praticamente qualsiasi contesto storico. 
In conclusione, Assassin’s Creed si dimostra essere oltre che un universo vastissimo anche un quadro molto curato, ricco e fitto di riferimenti concreti, un complesso archivio storico, una vera e propria enciclopedia.

buzzoole code

63 commenti:

  1. Quanto tempo ci hai lavorato su questo post?

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  2. Fondamentalmente questi temi mi hanno sempre interessato, il materiale lo avevo già, ho dovuto solo riordinare le informazioni. Tanta pazienza insomma! ;)

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  3. Complimenti veramente.
    Più tardi quando avrò tempo analizzerò alcune cose, compreso l'uso dell'hashish.

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  4. Un bel lavoro comunque! Complimenti! Si, questi temi interessano molto pure me...

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  5. Complimenti! Tutto molto interessante...e non immagino quanta pazienza tu abbia avuto per mettere tutto insieme xD

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  6. Io che pensavo che aschish derivasse da assassino :D al contrario xD cmq la magia/passione che é racchiusa in assassin's creed è proprio la somiglianza alla storia reale che rende il gioco unico nel suo genere e ormai per ogni singolo *fan* dell'intera saga (cone me xD) ha fame di informazioni in attesa della fine della trilogia perciò quasi tutti i post di questo blog mi stanno sfamando" in modo sublime qunindi gazie del cibo :D

    Con fan intendo quello che al di là finire il gioco (magari lo platina) si mette cercare informazioni risolvere enigmi domande formatesi nel corso della storia che ha fame di sapere e prende le edizioni limitate nn per collezione, ma per informazioni certe

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  7. c'è da dire anche che se tu sei riuscito a fare questa ricerca generale partendo da qualche indizio, figuriamoci cosa può aver scoperto la UBISOFT tramite eventuali libri storici conservati, fitte ricerche, docenti di storia e magari perchè no permessi speciali sulla consultazione di testi rari che magari noi non potremmo mai metterci sopra il naso [qualcuno ha detto che quello che la software house ci sta proponendo tramite divertimento virtuale non possa avere più verità di quello che siamo portati a credere?].

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  8. Facendo un po' di ricerche sull'hashish mi sono imbattuto in qualcosa che ha attirato la mia attenzione visto che collegavo templari ed assassini.

    Purtroppo credo di dovervi annunciare che le lettere che sono riportate qui sopra siano dei falsi.

    Questo sito mi dà la conferma che potrebbe trattarsi solo di fantasia riconducibile a dei GDR.
    - http://www.mclink.it/com/agonistika/giochidiruolo/pathos.htm
    - http://www.mclink.it/com/agonistika/giochidiruolo/pathos2/archivio/archivio1.htm
    Il nostro "documento" è l'ottavo dall'alto.

    Inoltre quest'altro sito smonta il racconto pezzo per pezzo, anche se devo dire la verità, mi son mosso mandando un e-mail agli autori del sito PATHOS per ricevere conferma immediata.
    - http://antikosmikos.splinder.com/post/15562205/la-pseudostoria-e-un-nemico-subdolo

    Per lavorare meglio ho cercato nuovamente di poter fare una traduzione grossolana dall'italiano proposto, all'inglese, al francese e al latino senza riscontrare alcun documento simile.
    A questo punto ne devo convenire che sia un falso.

    A PROPOSITO DELL'HASHISH:
    Sebbene si faccia larga discussione sulle proprietà psicotrope di questa droga, non se ne parla mai in modo adeguato analizzandone tutti i principi.
    Il suo utilizzo come attuale medicinale è da concretizzarsi nel fatto che questa sostanza riesce ad inibire alcuni recettori del cervello che comunicano con lo stomaco e gli organi subordinati al sistema digerente.

    In antichità, più precisamente dagli stessi greci e arabi, la corteccia e la linfa di questa pianta, unite ad un impasto di grano, che in medicina viene utilizzato come amalgama, erano utilizzati come un ottimo antinfiammatorio e disinfettante, nonché come antidolorifico.
    E' facile capire quindi come gli Assassini, non temessero, più di tanto la morte o le ferite in battaglia.

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  9. Mi hai tolto un dubbio enorme! Sappilo!
    Grazie davvero.

    Ero molto incerto su quel documento, ma non trovavo da nessuna parte conferme o smentite.
    L'ho levato all'istante. Grazie per la tua prontezza, fa piacere che siate così attenti.
    E fa piacere che veniate incontro così dove si mostrano limiti, se non lo mettevo mi sarei trascinato il dubbio per chissà quanto.

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  10. Grande Haiden! Abbiamo una community fantastica, e lo scopriamo sempre di più post dopo post!

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  11. Post molto interessante!
    Mi piacerebbe che quelli della Ubisoft approfondissero ulteriormente il legame di Marco Polo e soprattutto di Dante con gli Assassini.

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  12. Mi Son Venute Le Fitte Allo Stomaco Da Quanto è Bello Questo Articolo Sulla Storia Degli Assassini! CHE SPETTACOLO!!!!!

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  13. Bellissimo articolo, ricco di contenuti e curato nella forma. Complimenti! :)

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  14. complimenti, però è un gioco, devi solo divertirti...

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    1. Un gioco deve anche coinvolgere e far pensare :)

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  15. Guarda che uno degli obiettivi di AC è anche farci imparare ad apprezzare la storia (quella vera). AC è un gioco adulto ed ha dei messaggi di fondo tutt'altro che leggeri. Poi sta al giocatore decidere come approcciare il gioco.

    E in ogni caso, ci stiamo divertendo un casino, giorno dopo giorno, analisi dopo analisi :)

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  16. purtroppo la maggior parte dei giocatori di AC non la pensa così come la pensiamo noi...se avessimo ancora i pixelloni e le tecnologia dell'era di Final Fantasy 7 questo gioco sarebbe uno dei giochi più amati e giocati di tutti i tempi...almeno io la penso così...

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  17. comunque ho un dubbio, più che altro una curiosità XD in ogni capitolo ci sono sempre le piume (che nel primo capitolo dovevano portare il sangue delle vittime) queste piume possono trovare un significato all'interno della storia del gioco e non? XD

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  18. @rag!ng r@ven

    non penso che abbiano qualche significato specifico, se non per il fatto che le piume sono legate ai personaggi in quanto il significato dei loro nomi è lagato appunto alle acquile stesse...
    anche il fatto che in ogni punto di osservazione ci sia un acquila a capeggiare la torre di turno, è indicativo e viene ripetuto in ogni capitolo della saga, ma non è di certo un qualcosa su cui stare troppo accorti...

    in verità penso che il fatto di raccogliere le piume sia soltanto un mezzo per allungare il brodo e basta xD

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  19. pensavo potesse significare qualcosa dato che nel primo capitolo come detto le piume "portavano" il sangue di chi si uccideva, e nel secondo capitolo invece erano li per ricordare la morte di padre e fratelli auditore XD per dire che sono sempre "macchiate£ dal sangue di qualcuno, ecco perchè pensavo che era qualcosa di importante XD (poi tralasciamo brotherhood che li sono state messe solo per la cappa XD)

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  20. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  21. C'è un antefatto curioso riguardo alle piume che tuttavia non posso che collegare solo marginalmente ad AC.

    Nelle culture indiane, meglio, sia in quelle INDIANE che in quelle INDOAMERICANE le piume, di animali nobili quali le aquile, i condor e i corvi, erano usati dalle tribù come simboli specifici quali:

    1. Molti popoli indiani come i Sioux, gli Apache e le culture del Sud America, hanno come proprio animale sacro un uccello. Le loro credenze riportano che questi animali siano il tramite tra il mondo dei vivi ed il mondo degli dei. Per questo ornavano i loro copricapi con delle piume, alcune inoltre prendevano una piuma per ogni guerriero ucciso in battaglia.
    Inutile ricordare anche i famosi scaccia sogni che in quelle culture non sono altro che importanti scaccia demoni, l'utilizzo della stessa piuma nelle cerimonie o nello sciamanesimo per "curare" (o meglio scacciare la malattia), significava ripulire l'anima dall'oscurità e dai mali.
    Sebbene non ne abbia certezza, alla morte, un indiano veniva seppellito con le sue cose e con una piuma sulla fronte...

    2. In india alcuni degli animali più apprezzati dalla cultura sono i pavoni, è credenza popolare diffusa che le loro piume siano gli occhi degli dei che controllano il mondo terreno pronti a punire il genere umano.
    Queste, vengono anche usate nella decorazione di alcuni matrimoni e feste speciali.

    3. Nell'antico Egitto Horus è il figlio del Sole, unificatore dell'alto e del basso Egitto. E' Horus a presiedere la "pesatura dell'anima" ovvero quell'importante fase in cui il morto, accompagnato da Anubi, presenta il proprio cuore alla bilancia di Maat, la dea della giustizia.
    Se il cuore è più leggero della piuma (simbolo di purezza) allora l'anima è "giustificata" ad entrare nel paradiso, Horus presenterà dunque l'anima al padre Osiride, nel caso contrario l'anima ed il cuore verranno mangiati da Ammit.

    Credo che in AC, almeno all'inizio, si sia voluto prendere in considerazione questo "accompagnamento" dell'anima del morto verso l'aldilà dove tutto è verità.

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  22. adesso che mi ci fai pensare avrebbe senso anche XD

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  23. all'inizio di assassin's creed (l'1 per intenderci) si inizia impersonificando altair semicosciente nel giardino di masyaf, può essere che sia il suo "battesimo" da assassino per fargli credere di essere stato in paradiso?

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    1. si fa riferimento ad alamut su assassin's creed revelations su una rivelazione

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  24. Non è Altair semicosciente, è Des che non riesce a sincronizzarsi. Però in effetti il paragone è comunque valido, e ora che mi ci fai pensare, anche la scena della pugnalata da parte di Al Mualim è un chiaro rimando alla rinascita. Ottima intuizione! ;)

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  25. SCUSATE: Anche se so che non è il luogo giusto dove postare ma ho caldissime novità come il volto del SOGGETTO 16

    ATTENZIONE SPOILER

    http://forumxbox.forumcommunity.net/?t=47960064

    http://www.youtube.com/watch?v=-EWLQbb8JfM&feature=channel_video_title

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  26. Ne siamo al corrente Crasher ;) Grazie comunque!

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  27. come mai qui si dice che la setta nacque ad opera di hasan ibn sabbah (periodo 1000-1100) ma già nel 200 abbiamo aquilus?

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  28. Perché un conto è la Storia (quella con la "S" maiuscola, reale, che trovi sui libri, che racconta il passato dell'umanità) un conto è la trama inventata per un videogioco, fai attenzione a non perdere la distinzione tra le due cose.

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  29. Come sempre un altro bellissimo articolo! Inoltre credo abbia un suo particolare fascino specialmente perchè qui ci ricolleghiamo agli storici Nizariti del XII secolo che hanno ispirato la Ubisoft per la realizzazione del primo capitolo. Inoltre grazie a voi ho accresciuto il mio "bagaglio culturale" su Assassin's Creed e i Nizariti effettivaente esistiti. Sono però dell'idea che Al Mualim sia fortemente ispirato al "Vecchio della Montagna" di Masyaf, il capo dei Nizariti siriani Rashid ad-Din Sinan. I motivi son due:
    1) Rashid è stato capo della setta siriana dal 1162 al 1193, quindi più o meno quanto lo è stato Al Mualim, o perlomeno dal 1176.
    2) [SPOILER sul Libro "La Crociata Segreta"] Quando nel 1176 il Saladino fu costretto a firmare un armistizio con gli Assassini a seguito dell'evento che già tutti sapiamo, a capo del gruppo siriano vi era Rashid, e in Assassin's Creed invece Al Mualim.
    Un'ultima curiosità: Nel primo capitolo non si fa riferimento ad Alamut e i suoi Assassini, sembra strano? O soltanto perchè erano futili nel contesto della trama?

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  30. Il Vecchio della Montagna di Masyaf E' Sinan. O comunque sono tanti gli episodi che inducono ad assimilare Al Mualim a Sinan.

    Nella Crociata Segreta c'è anche un episodio particolare corrispondente alla realtà (per come ci è stata tramandata in un racconto, per lo meno), ovvero quello dell'introduzione nottetempo di un assassino mandato da Sinan, comprensivo di messaggio piantato con un pugnale avvelenato.

    Quanto ad Alamut, magari se la sono lasciata per future uscite, Altair trova lì i Sigilli di Revelations...

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  31. Sinan e Al Mualim sono la stessa persona, viene confermato nel libro di revelations

    Markuz, per caso ti è più arrivata l'edizione speciale di the fall che avevi ordinato? XD

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  32. Purtroppo ancora no, stavo pensando di chiamare l'assistenza, è passato un po' troppo tempo....

    Davvero nel libro di Revelations c'è scritto il nome di Sinan??? O_O

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  33. Grazie della risposta Markuz! Bene, di Alamut non sapevo un riferimento in Assassin's Creed, si deve che devo completare La Crociata Segreta.

    @Anonimo: Bene, suppongo infatti che tu lo sia venuto a sapere tramite qualche website inglese, visto che il "romanzo" di Revelations non è ancora uscito in Italia. In tal caso rafforza la nostra tesi, infatti Al Mualim è fortemente ispirato a tale personaggio sia per eventi storici che per il carisma.

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  34. Lo hanno scritto sulla wikia, se inserite Al Mualim, vedrete che è Sinan, ho guardato la fonte in fondo alla pagina e c'era scritto "Assassin's Creed Revelations Novel"

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  35. Infatti è la stessa cosa che ho fatto notare sulla pagina Facebook qualche giorno, però forse nessuno se ne era accorto. xD Ti ringrazio Saske, effettivamente non riuscivo a trovare la fonte di quel nome scritto sull'AC Wikia.

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  36. scusate ma tutto questo è reale? o no

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  37. Semplicemente geniale! Aspetto "la suite" con impazienza;)!

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  38. una domanda, è normale che ho appena trovato nella libreria di mio padre un pugnale identico a quello nella foto con scritto "pugnale assassino" ??

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    1. Bhe a dire il vero è un po strano che tu abbia un pugnale in casaXD per giunta il pugnale assassino...conosci bene il passato di tuo padre?XD in ogni caso approfondisci le ricerche...io controllerei se tra i testi della libreria ci fosse nascosto il diario di altair...XD

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  39. Niente è reale tutto è lecito

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  40. Ottimo post..cmq secondo voi se esistesse una confraternita ai tempi di oggi,queste regole riportate nel post sarebbero ancora in uso??

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  41. Ottimo post..cmq secondo voi se esistesse una confraternita ai tempi di oggi,queste regole riportate nel post sarebbero ancora in uso??

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    1. Dipende da quale regole intendi. Considera che la religione mussulmana sciita da loro nata è tutt'ora praticata, mentre la filantropia e il martirio in attentati pubblici sono stati ad esempio riproposti dalle cellule terroristiche Talebane.
      In India gli abitanti del posto di confessione mussulmana lo devono ai Khoja eredi di quei primi convertiti figli della propaganda post invasione mongola. Non ultimo, come scritto anche nell'articolo, Aga Khan è de facto il Gran Maestro della Setta, o di quel che ne è rimasto.

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  42. ho sempre saputo che assassin s creed fosse un gioco davvero unico e speciale ed ecco quest incredibile testimonianza ad affermarne il prestigio e la veridicita dei fatti avvenuti e descritti nell omonimo videogioco . comunque penso che i templari esistano ancora oggi sotto il nome degli illuminati , i quali sono fronteggiati dai massoni che sarebbero gli assassini. piccola domanda qualcuno ha mai notato che il compasso e la squadra massonica formano un simbolo molto simile a quello deggli assassini . Secondo me la battaglia continua ancora oggi e ancor piu accanita. guardatevi intorno, non vedete quello che accade in giro per il mondo ogni giorno.. comunque forse youngjedi chi lo sa , non vorrei assolutamente offenderti, pero tuo padre potrebbe far parte degli Assassini , in senso buono come quelli nel gioco e quindi come quelli che hanno operato per il credo nella realta. SONO ANONIMO 07

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  43. Ciao a tutti mi chiamo Fabio ed è per me un caso essere capitato qui....con la saga di assassin creed è un anno che ci gioco ed ho finito l'altro ieri il terzo capitolo.Grazie a questo blog,fra l'altro scoperto per caso,sto rispondendo a tanti miei dubbi e perplessità su questa saga a dir poco fenomenale.Prima di tutto ringrazio l'autore che col suo lavoro mi fa sognare, viaggiare con la mente a me che sin da piccolo grazie a mia madre sono attratto in maniera sublime alla storia in generale, e poi essendo veramente intrecciata questa trama, è stata una fortuna trovare un"mentore"che mi guidasse nei miei mindfuck oltre a tutti voi altri che ci mettete del vostro....dovrò solo stare attento con le mie domande a postare nella sezione giusta, sorry ho milioni di domande che spero il database in ordine alfabetico che mi leggerò qui mi darà risposta...comunque detto questo volevo dire ad anonimo che la tua tesi non è proprio giusta....illuminati e massoni sono la stessa cosa(potere in mano a pochi e il popolo a farsi friggere)e secondo me siamo così rovinati che gli assassini secondo me sono stati sconfitti da tempo......guardati intorno, ma senza uscire dal nostro paese....vedi giustizia?vedi che il popolo sta bene?io no.....

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  44. Fantastico questo articolo.... pensate che io purtroppo ho atteso anni prima di provare le brezza di AC di persona non sto neanche qui a spiegarvi il perche !!!Forse ero troppo preso da libri di storia e romanzi storici XD Cmq ho capito subito che é un gioco sprecato per ragazzini.... AC é un gioco piu che serio!! Ma secondo voi quanti ragazzini e non solo mentre giocano passando a fianco del ponte di rialto o vicino a palazzo ducale piuttosto che di fronte al pantheon si fermano a leggere le piu che esaurienti informazioni storiche che ubisoft fornisce!!!! Io solo per quelle avro' allungato i giochi di un mese XD .
    Cmq complimenti davvero a tutti voi per le ottime informazioni

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  45. Fantastico questo articolo.... pensate che io purtroppo ho atteso anni prima di provare le brezza di AC di persona non sto neanche qui a spiegarvi il perche !!!Forse ero troppo preso da libri di storia e romanzi storici XD Cmq ho capito subito che é un gioco sprecato per ragazzini.... AC é un gioco piu che serio!! Ma secondo voi quanti ragazzini e non solo mentre giocano passando a fianco del ponte di rialto o vicino a palazzo ducale piuttosto che di fronte al pantheon si fermano a leggere le piu che esaurienti informazioni storiche che ubisoft fornisce!!!! Io solo per quelle avro' allungato i giochi di un mese XD .
    Cmq complimenti davvero a tutti voi per le ottime informazioni

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  46. E il testo più completo e inllustrato che abbi visto su questo argomento veramente un ottimo lavoro e grazie delle informazioni ;)

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    1. Grazie a voi per l'apprezzamento nonostante il tempo trascorso dalla sua pubblicazione.

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  47. Testo veramente sublime. Adoro leggere (soprattutto ciò che mi interessa :3)e
    adoro AC e dopo queste informazioni lo sto adorando ancora di più, complimenti!

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    1. Anche qui, grazie a te che ci leggi a distanza di anni! Salute e Pace

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  48. Molte grazie per questo appassionante e attento resconto. Non mi pare di aver visto citato, però, il nome di Vladimr Bartol, l'autore triestino di lingua slovena autore del bellissimo romanzo "Alamut. La fortezza" cui la Ubisoft ha dichiarato di essersi ispirata. La mia non vuol essere una critica ma un contributo a un lavoro assai ben fatto che nel romanzo di Bartol può trovare un arricchimento (alcune delle invenzioni di AC vengono direttamente da lì compreso il "credo"). A Trieste abbiamo da poco celebrato il 50esimo anniversario della morte di Bartol con, fra l'altro, un incontro dedicato proprio all'ismaelismo e alla setta e in questo post ho ritrovato molti dei temi che sono stati trattati in quella occasione (se ne può vedere una ripresa integrale sulla pagina Facebook MuseoSvevoJoyce, dove l'incontro ha avuto luogo). Un saluto molto cordiale da Trieste.

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    1. Salve, il romanzo di Bartol non è stato citato proprio per la sua natura. Il pezzo qui sopra voleva essere una ricerca dei riferimenti storici da cui lo "Alamut. La fortezza" attinge.

      Un saluto e grazie per il commento!

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