giovedì 28 febbraio 2013

Le implicazioni del (ennesimo) nuovo antenato

Do what you want, cause a Pirate is free...
You are a Pirate!

Come esattamente accadde circa un anno fa, Ubisoft ha annunciato il suo nuovo titolo dedicato alla saga di Assassin's Creed.
L'annuncio, diramato ieri, è ancora protetto da un silenzio mediatico che terminerà lunedì prossimo. Nel mentre, tuttavia, sono già trapelate alcune informazioni e qualche immagine, tra le quali vi è la box art qui affianco.

Nell'attesa di ricevere il beneplacito definitivo, il titolo prende il nome di Assassin's Creed IV Black Flag e vede come protagonista il nonno di Connor, Edward Kenway, in un contesto tutto piratesco che comprenderà locations caraibiche e altre componenti da lupi di mare.

Ora, sebbene i tempi siano prematuri per dare un giudizio sul prodotto, le perplessità e i timori sono tutti attuali. Questi, indipendentemente dagli aspetti tecnici non ancora delineati, hanno senso d'esistere non tanto per questioni di semplice gusto estetico (Mi piace, lo esalto. Non mi piace, lo critico) ma per ragioni più astratte che avvolgono la crescita del brand da tempo e delle quali si ha un riferimento bello fresco.

Con ACIII infatti abbiamo avuto la conferma di determinate tendenze, sostanzialmente tre:
1 - L'influenza della fetta casual di acquirenti stava e sta avendo la meglio su quella dei fan di vecchia data

2 - La maggior parte del pubblico ha concentrato (per non dire fossilizzato) la sua attenzione sulla componente storica del titolo, a discapito di chi seguiva gli eventi nella sua interezza. Il risultato è osservabile da chiunque (da qui le analisi fatte sui personaggi pubblicate negli ultimi tempi.)

3 - Il brand, inizialmente pensato come una trilogia ha perso questa connotazione in (s)favore ad un'annualizzazione che lo ha definitivamente reso "commerciale".


Curioso osservare come queste condizioni si alimentino a vicenda. E' altresì curioso osservare come ai dubbi, divenuti poi problema effettivo, portati da ACIII si aggiungano problematiche ancora più pericolose. Come se infatti non bastasse la minaccia della dispersione narrativa, avveratasi tra l'altro su più fronti, ora il rischio della saturazione, cioè l'esasperazione di determinati aspetti/oggetti, diventa un rischio contemplabile, possibile.

Qui ne Le Verità dell'Animus si è sempre parlato della trama di AC e di nient'altro, perché questa è il vero punto forte del gioco. La sostanza tuttavia è stata trascurata rispetto all'accessorio e il filone narrativo ha preso uno scossone bello grande. Questo scossone era facilmente prevedibile, perché dopo 5 anni di racconto, di immersione totale tra dichiarazioni degli sviluppatori, di annunci e di informazioni snocciolate in quantità limitate ma costanti, un'idea relativamente chiara di come le cose si stiano evolvendo, matura.
Attendere di avere tra le mani di più prima di avanzare qualche perplessità, significa non aver osservato dove si è camminato fino a poco tempo prima, è come se davanti ad una miccia che brucia inesorabile verso una botte di polvere da sparo si resti lì davanti a dire "aspetta prima di fuggire, vediamo se è infiammabile".

Le perplessità ci sono e addirittura motivate da un trascorso molto burrascoso. A queste se ne aggiungono altre:

Il nonno di Connor: Sapere che Edward Kenway è il nonno di Connor ha portato il mio cervello a collocare automaticamente il personaggio all'interno della genealogia nota. Tuttavia mi sono subito bloccato perché FORSE ci troviamo davanti a un antenato incluso nella genealogia ma esterno alla linea di sangue. Per capirci il data source visto in ACR che evidenzia il tracciato col quale il soggetto attinge alle memorie dei suoi avi non potrebbe giungere da una madre che non si conosce. Vista tuttavia la linearità con la quale Ubisoft ha risolto (???) il cruccio dinastico in ACIII (insistendo sulla linea dinastica giunta a Desmond tramite un per niente speciale Bill) è probabile che si continui su quella linea. Ammesso ovviamente che il soggetto da cui si sta attingendo sia ancora Desmond (e di questo abbiamo parlato nello scorso podcast).
Un'altra perplessità, tutta speculativa, è quella circoscritta semplicemente alle scelte narrative: perché introdurre un nonno, quando padre e nipote hanno raccontato molto poco della loro storia? Forse è proprio quello lo scopo, raccontare di loro tramite Edward? Ed Edward chi lo racconta? Riuscirà a raccontare di se stesso mentre la storia si focalizza anche sul figlio e sul nipote?
E' la stessa domanda che mi feci con l'introduzione di Connor, e tutti sappiamo che cosa è successo a Desmond.

Il titolo promiscuo: E' numerato, è sottotitolato. Il nuovo titolo misto del gioco è il dettaglio che più ha fatto uscire di testa l'utenza, che non riesce a incasellarlo in una storia dove il numero ha determinato una svolta mentre il sottotitolo un proseguo. Qui ci troviamo nel mezzo, ma in visione ribaltata: essendo nonno di Connor Edward non è una svolta perché rappresenta una continuità alla storia del nativo, in uno spin off che però essendo numerato, risulta concettualmente un gradino sopra Brotherhood e Revelations. Ma allora cosa è?
Perché fare un quarto quando il limite era il terzo? Ma sopratutto perché svoltare con il quarto quando col terzo hai raccontato molto poco? Perché un sottotitolo se in realtà è un titolo numerato di svolta? Perché devo uscirci di testa in questo modo? Perché?

Il presente: Già, sempre lui. E il presente? Snobbato, maltrattato, silurato, la componente nel presente, la componente cardine che ha determinato tutto il resto è stata continuamente lasciata in sospensione e quando ha avuto modo di esprimersi lo ha fatto con molte limitazioni.
Il terzo capitolo si è chiuso con un finale che lasciava (nuovamente) tutta l'attenzione su un presente che, a quanto pare, all'utenza non è concesso proprio vedere globalmente. Chissà cosa ci riserverà questo capitolo. La speranza è l'ultima a morire. Non tutti sanno però che quando muore, muore malissimo. E a pensar male spesso ci si azzecca. (e un tempo qui era tutta campagna).
Intanto però ci si esalta con Watch Dogs, che tanto sembra essere qualcosa che avremmo già potuto assaporare da un pezzo, incappucciati di bianco e con uno zaino monospalla.


In conclusione, sappiamo molto poco ma i timori sono leciti, specie visti i trascorsi appena trascorsi. Si, perché son passati quattro mesi dall'ultima uscita (QUATTRO) e tutti ancora si chiedono che ne sarà dell'umanità in mano a Giunone.

domenica 10 febbraio 2013

Coming soon: Mindfuck ucronici

Lo scorso 7 Febbraio, su gentile invito di Ubisoft Italia, Le Verità dell'Animus ha partecipato ad un nuovo evento a porte chiuse per provare in anteprima i primi due dei tre DLC di Assassin's Creed III dedicati allo storyline ucronico de La tirannia di Re Washington.
A questo giro è stato il nostro Marco "Uomo che sapeva troppo" Esposto a partecipare all'evento accompagnato da una vecchia guardia tutta la femminile, Cristina.
Se è vero che il terzo capitolo della saga ha sollevato molte polemiche e pareri contrastanti, l'incontro con Hugo Giard e Louis-Etienne Beaupré (membri del Team Ubisoft Quebec presenti all'evento) ha tirato in ballo dettagli decisamente interessanti, sopratutto per l'avvenire della saga.
Per adesso abbiamo la bocca sigillata, ma tra qualche giorno parleremo approfonditamente della cosa.

Salute e Pace.